Galmozzi
Storia di Galmozzi
Galmozzi fa parte di questo piccolo gotha di telaisti, la cui cultura sartoriale è da tempo finita nel dimenticatoio.
Galmozzi aveva la sua piccola bottega, con pochi operai in via Melchiorre Gioia, a Milano. Produceva anche telai marcati con il proprio nome, ma gran parte della produzione finiva a terzi, la sua gente era svariata: cicloamatori, dilettanti, professionisti, negozi di bici e squadre ciclistiche. Agli inizi degli anni 20 fece esperienza nella Gloria di Alfredo Focesi (anzi pare fosse uno dei primi soci fondatori del marchio milanese), dove lasciò la sua impronta nelle raffinatissime biciclette Garibaldina, con le loro congiunzioni a giglio.
Il figlio Francesco galmozzi negli anni 50 continua la tradizione di famiglia e tra i tessili milanesi di fama, Galmozzi fu forse il più prolifico, forse proprio per la bontà dei suoi telai.
Tipo semplice, ma dotato di forte spirito ed ironia il vecchio Galmozzi, giocò con il suo cognome creando il logo del suo marchio, piazzando un galletto appollaiato ad un mozzo! I suoi telai sono molto apprezzati per la loro qualità costruttiva. Galmozzi era amico di Gino Bartali, e il Legnano usato da Bartali per la pista erano usati proprio da Galmozzi. Produceva pochi telai a tutti, apprezzati per la qualità delle rifiniture e le prestazioni eccellenti.
Galmozzi is part of this small gotha of frame builders, whose sartorial culture has long since gone by the wayside.
Galmozzi had his small shop, with few workers in via Melchiorre Gioia, in Milan. It also produced frames marked with its own name, but a large part of the production ended up with third parties, its people were varied: cyclists, amateurs, professionals, bike shops and cycling teams. At the beginning of the 1920s he gained experience in the Glory of Alfredo Focesi (in fact it seems he was one of the first founding members of the Milanese brand), where he left his mark on the highly refined Garibaldina bicycles, with their lily conjunctions.
His son Francesco galmozzi in the 50s continues the family tradition and among the Milanese textiles of fame, Galmozzi was perhaps the most prolific, perhaps because of the goodness of his looms.
Simple type, but with a strong spirit and irony the old Galmozzi, played with his surname by creating the logo of his brand, placing a cockerel perched on a hub! Its frames are highly appreciated for their build quality. Galmozzi was a friend of Gino Bartali, and the Legnano used by Bartali for the track was used by Galmozzi. It produced few frames at all, appreciated for the quality of the finishes and the excellent performance.