Marastoni
Stroria di Maino
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Marastoni è stato nell’arco di sessant’anni di carriera uno più creativi e importanti costruttori di biciclette da corsa italiani. Molto di più di un semplice saldatore artigiano, curava maniacalmente ogni dettaglio alla ricerca continua della perfezione estetica e funzionale, dedicando ad ogni singolo telaio molte ore di lavoro manuale, soprattuto quelle dedicate alla fase di limatura e rifinitura. Nato il 15 giugno 1922, fu uno dei migliori artigiani costruttori italiani di biciclette da corsa in acciaio. Oggi tra gli appassionati di tutto il mondo il suo nome è una leggenda e dagli Stati Uniti al Giappone sono dedicati diversi fan club alla sua memoria. Buon corridore, meticoloso tealista a tal punto che la sua officina veniva chiamata dai concittadini “La Farmacia”. Nell’arco di ottant’anni di carriera fu meccanico per 8 anni al giro d’Italia e collaborò con campioni come Coppi, Bartali, Magni, Baldini, Adorni, Bitossi e Moser. Le innovazioni da lui inventate, realizzate e mai brevettate, hanno dato un significativo contributo all’evoluzione del design della bicicletta da competizione. Marastoni fù il primo a produrre congiunzioni e particolari con la tecnica della microfusione. La sua creatività nasceva dal semplice ed inesauribile amore la bicicletta e, nonostante il successo e la fama del suo lavoro, fu l’unico tra i grandi maestri della sua epoca a scegliere di mantenere la piccola dimensione artigianale. Curava ogni dettaglio con estrema precisione e la creazione di un telaio poteva richiedere fino a tre giorni di lavoro manuale, di fatto un approccio incompatibile con tempi e logiche commerciali della produzione industriale. Tullio Campagnolo stesso, che di innovazione ne sapeva qualcosa, ebbe una grande stima per Marastoni e usava spesso recarsi nella sua officina per scoprire le nuove idee del maestro, così come erano di casa anche altri grandi nomi come DeRosa, Masi, Cinelli e i fratelli Shimano. Produsse telai per tanti campioni, raggiungendo l'apice costruendo la bici di Moser con cui vinse il Giro nel 1984.
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Marastoni has been one of the most creative and important manufacturers of Italian racing bicycles over sixty years of his career. Much more than a simple craftsman welder, he maniacally took care of every detail in the continuous search for aesthetic and functional perfection, dedicating many hours of manual work to each individual frame, especially those dedicated to the filing and finishing phase. Born on June 15, 1922, he was one of the best Italian craftsmen of steel racing bicycles. Today among fans around the world his name is a legend and from the United States to Japan several fan clubs are dedicated to his memory. Good runner, meticulous loyalist to the point that his workshop was called by the fellow citizens "The Pharmacy". During his eighty-year career, he was a mechanic for 8 years at the turn of Italy and collaborated with champions such as Coppi, Bartali, Magni, Baldini, Adorni, Bitossi and Moser. The innovations he invented, made and never patented, have made a significant contribution to the evolution of the design of the competition bicycle. Marastoni was the first to produce conjunctions and details with the casting technique. His creativity was born from the simple and inexhaustible love of the bicycle and, despite the success and fame of his work, he was the only one of the great masters of his time to choose to keep the small artisan dimension. He took care of every detail with extreme precision and the creation of a frame could take up to three days of manual work, in fact an approach incompatible with times and commercial logics of industrial production. Tullio Campagnolo himself, who knew something about innovation, had a great esteem for Marastoni and often used to go to his workshop to discover the master's new ideas, as well as other big names like DeRosa, Masi, Cinelli and the Shimano brothers. He produced frames for many champions, reaching the peak by building the Moser bike with which he won the Giro in 1984.