Storia di Taurus
Storia di Taurus
Storia di Taurus
L’origine tedesca della Taurus è accertata sulla base di riscontri effettivi.
Ci sono tanti elementi che collegano la Taurus con la Germania: come ad esempio alcuni fregi manubrio le riportano la dicitura “NURNBERG” (Norimberga). Questi elementi si affiancano quelli contenuti nel catalogo del 1913/1914. I cenni presenti nel catalogo sono molteplici e chiariscono che Vittorio Fabbri fu l’importatore italiano del marchio. Non è ancora dato di sapere se già dal 1908 (anno della fondazione) o dal 1913 (anno del catalogo ma soprattutto del primo atto di registrazione del marchio). E’ interessante confrontare il marchio impresso nella copertina del catalogo, anch’esso riportante la dicitura “NURNBERG”, con il marchio depositato nello stesso anno presso l’ufficio marchi e modelli.
Pur essendo tra loro molto simili, la principale differenza è la dicitura “MARCA DEPOSITATA – NURNBERG” presente sul marchio del catalogo mentre nello stesso punto dello stemma nel marchio depositato è presente solo la dicitura “PAVIA”; altra differenza minore la dicitura “CYCLE” – “CYCLES”.
Merita un ulteriore approfondimento la figura presente all’interno del marchio, che ritrae un leone e un unicorno ai lati di uno stemma sormontato da una corona. All’interno del catalogo ne è presente una versione differente che dovrebbe corrispondere alla decalcomania applicata al telaio: su questa sono ben visibili due scritte che nel marchio in copertina non sono leggibili: “HONY SOIT QUI MAL Y PENSE” e “DIEU ET MON DROIT”.
Si tratta di due frasi in francese, che significano rispettivamente “sia svergognato colui che pensa male” e “Dio e il mio diritto”. Lo stemma è esattamente quello della famiglia reale del Regno Unito, adottato dagli inizi del 14° secolo quando Edoardo III d’Inghilterra tentò, senza tuttavia riuscirci, di diventare re d’Inghilterra, Francia e Irlanda forte delle sue origini per metà inglesi (da parte del padre Edoardo II) e per metà francesi (da parte della madre Isabella di Francia).
Quindi lo stabilimento della prima produzione era tedesco, ma perché proprio lo stemma dei reali inglesi?
La produzione inglese sul finire dell’800 era già affermata: questo ha influenzato anche la produzione tedesca, sia direttamente con ditte tedesche importatrici e rivenditrici di materiale inglese che indirettamente creando nelle ditte tedesche lo stimolo a produrre in proprio biciclette migliori di quelle inglesi per leggerezza e prezzo di vendita. Va evidenziato che in quel periodo la produzione in Germania è stata così fiorente da far diventare la bicicletta un mezzo di trasporto accessibile a tutti i ceti sociali nel giro di 25 anni.
Esiste poi un altro motivo di natura storica: sul finire del 1800 molte regioni di area germanica allora indipendenti tra cui la Sassonia, la Prussia e la Baviera si unirono in combattimento contro i francesi nella guerra franco-prussiana, gettando di fatto le basi di un’unione che verrà sancita nel 1871 con la nascita dell’impero tedesco e durò fino alla fine della prima guerra mondiale nel 1918.
Durante questo periodo, coinciso con la nascita e lo sviluppo della bicicletta, i regnanti della Prussia, che guidava l’impero tedesco, instaurarono un clima di apertura e collaborazione con il Regno Unito.
Anche confrontando le figure delle fabbriche lo stabilimento di Norimberga e delle bici inglesi Vittoria sono praticamente identici il che fa supporre che le ditte collaborassero nella realizzazione delle biciclette.
Confrontandole con quella presente nel catalogo Taurus del 1913 è evidente la corrispondenza con l’immagine del catalogo VICTORIA, che è quindi lo stabilimento che produceva le biciclette TAURUS poi importate in Italia da Vittorio Fabbri.
Nel catalogo Taurus del 1913 veniva riportata la dicitura “ i nostri cicli di Norimberga sono adottati massivamente per la loro solidità dell’esercito di Prussia e di Baviera ed hanno già conquistato i principali mercati esteri”.
E’ probabile che per “i nostri cicli di Norimberga” si intendesse velatamente il marchio Victoria inglesi.
La dotazione di biciclette di produzione tedesca a un esercito amico degli inglesi potrebbe quindi aver portato all’incorporazione dello stemma reale inglese nel marchio; una situazione non molto differente da quanto fece la Bianchi utilizzando lo stemma sabaudo in qualità di “fornitore della real casa”.
A seguire, tra gli anni 10 e gli anni 20, lo stemma Taurus venne sostituito con quello a noi più noto con l’arpia, alla quale per i modelli di fascia più economica era sovrapposto uno scudo con un toro.
Se l’utilizzo del toro è scontato, essendo già presente nello stemma precedente nonché un richiamo al nome dell’azienda, l’arpia invece riporta ancora una volta alla città di Norimberga: questo animale mitologico dal corpo di rapace e dalla testa umana è infatti uno degli stemmi della città.
Alcune biciclette Victoria di inizio del 1905 e 1906 adottano stemmi praticamente uguali a quelli delle biciclette Taurus, confermando la collaborazione tra le due aziende .
Dal 1908 la Taurus produce biciclette di qualità facendo della passione e dell’impegno il caposaldo di un successo ultracentenario . La cura per i dettagli progettati e realizzati con maestria e la qualità dei materiali impiegati, sono le caratteristiche principali che distinguono le biciclette italiane Taurus
Nel 1908 gli ingegneri Vittorio ed Umberto Fabbri aprono a Pavia una concessionaria della Taurus di Norimberga e vengono ritenuti i fondatori del marchio in Italia. Vittorio è stato anche ufficiale di cavalleria dei Savoia. Dalla fondazione fino alla Prima guerra mondiale la Taurus importa i pezzi dalla Germania e assembla le biciclette in Italia. Solo successivamente si trasferiscono a Milano dove vengono realizzate le biciclette, nello stabilimento milanese situato in Zona Vigorelli.
La Taurus inizia a fare tutto internamente e comincia a produrre anche motociclette. Successivamente la fabbrica si trasferisce in via Natale Battaglia ma viene bombardata nel ‘43. Nel ‘45 la sede viene parzialmente ricostruita e viene aperto un altro negozio in via Maiocchi, oltre a quello storico di piazza della Repubblica. Nel ‘47 la produzione si sposta definitivamente nello stabilimento di Sesto San Giovanni.
I modelli Taurus spiccano fin da subito per qualità ed eleganza, distinguendosi grazie a caratteristiche tecniche fortemente connotative, come i freni a bacchetta e i pedali curvilinei caratterizzati dai tipici sei blocchetti, considerati segno distintivo dei modelli più lussuosi e d’avanguardia per l’epoca di inizio secolo.
Gli anni ’40 e ’50 decretano il successo definitivo della Taurus, le cui creazioni si affermano per eleganza, essenzialità e Al primo negozio storico di Milano, situato in Piazza della Repubblica, viene affiancato nel 1945 il nuovo punto vendita di Via Maiocchi. Taurus diventa sinonimo di lusso da viaggio. A metà degli anni ’50 i fratelli Fabbri cedono l’azienda ed il marchio al signor Fassi, che già da decenni si occupava della produzione di motociclette e trasferendo la produzione nello stabilimento di Vanzaghello al confine ovest di milano.
La Taurus, la sua storia l’ha scritta anche negli annali della Corsa Rosa. Rilevando il marchio di Learco Guerra e producendo lì, proprio nella provincia milanese, le biciclette con cui Charly Gaul vinse il Giro del 1956 e del 1959, dando seguito al bis di Carlo Clerici e Hugo Koblet del ’54.