Storia di Pogliaghi
Storia di Pogliaghi
Storia di Pogliaghi
Come altri artigiani del mondo della bicicletta, anche Sante Pogliaghi inizia giovanissimo a districarsi tra tubi e saldature. Ha solo 11 anni quando comincia a frequentare la bottega dello zio Brambilla, telaista conosciuto a Milano sin dagli anni ’20. Nel 1947, quando ormai si è fatto le ossa, apre la sua officina: due vetrine che si affacciano su viale Elvezia, a due passi dall’Arena. Costruisce solo telai su misura per le competizioni. Il catalogo della Pogliaghi Italcorse offre quattro modelli per la pista: velocità, inseguimento, mezzofondo e tandem, e due per la strada: corsa e cronometro. Il grande palcoscenico del Vigorelli, è vicino, e il fiore all’occhiello di Pogliaghi sono i tandem da pista, per cui utilizza tubi di diametro maggiorato e congiunzioni speciali che si costruisce da solo. Produce pochi telai all’anno. Dal 1947 alla fine degli anni ’70 ha lavorato praticamente da solo, producendo al massimo un centinaio di biciclette all’anno. Alla fine degli anni ’70 l’officina si allarga, assume sei operai e la produzione sale a quasi un migliaio di unità. E’ un artigiano Sante Pogliaghi, ha angoli e misure in testa e costruisce a occhio. Dime e stampi non gli servono se non a sveltire il lavoro quando deve fare più telai dalle dimensioni identiche. Disegna telai che si adattano alla perfezione alle caratteristiche fisiche del ciclista e alle varie specialità. La sua fama cresce e la lista d’attesa per avere un suo telaio si allunga. Con i suoi telai corrono tra gli altri Sercu e Merckx, e gli italiani Beghetto, Faggin, Pettenella, Rossi. Le scritte cambiano a seconda dello sponsor, ma sulla pipa di sella compare sempre l’inconfondibile marchio di fabbrica, la sigla PSM: Pogliaghi Sante Milano. Nel 2000 Sante Pogliaghi muore. Aveva già ceduto il marchio alla Rossin, che sino alla metà degli anni ’80 produsse biciclette a suo nome. In seguito il marchio passa di mano più volte, sino ad arrivare ai fratelli Basso negli anni ’90, che da qualche tempo a questa parte hanno deciso di non utilizzarlo più.
Like other artisans in the bicycle world, Sante Pogliaghi also began to extricate himself between pipes and welds at a very young age. He is only 11 years old when he begins to frequent the workshop of his uncle Brambilla, a frame builder known in Milan since the 1920s. In 1947, he opened his workshop: two shop windows overlooking Viale Elvezia, a stone's throw from the Arena. He only builds frames made to measure for competitions. The Pogliaghi Italcorse catalog offers four models for the track: speed, chase, middle distance and tandem, and two for the road: race and time trial. The large stage of Vigorelli is close, and the flagship of Pogliaghi are the track tandems, for which it uses tubes of larger diameter and special conjunctions that it builds itself. It produces few frames per year. From 1947 to the late 1970s he worked practically alone, producing a maximum of a hundred bicycles a year. At the end of the 1970s, the workshop expanded, hired six workers and production rose to almost a thousand units a year. Sante Pogliaghi is an artisan, has angles and measurements in the head and builds by eye. Templates and molds are of no use to him but to speed up the work when he has to make several frames with identical dimensions. He designs frames that adapt perfectly to the physical characteristics of the cyclist and the various specialties. His fame grows and the waiting list for his frame is getting longer. With its frames, Sercu and Merckx run among others, and the Italians Beghetto, Faggin, Pettenella, Rossi. The writings change according to the sponsor, but the unmistakable trademark always appears on the saddle pipe, the abbreviation PSM: Pogliaghi Sante Milano. In 2000 Sante Pogliaghi dies. He had already sold the brand to Rossin, which until the mid-80s produced bicycles in his name. Subsequently, the brand changed hands several times, until it reached the Basso brothers in the 90s, who for some time now decided not to use it anymore.